Il Governo prova a premiare le aziende che investiranno, o abbiano investito negli ultimi anni, in progetti con un positivo impatto ambientale.

Nella bozza della manovra finanziaria che dovrebbe essere varata a fine anno, infatti, è stata introdotta una agevolazione che premierà con un credito di imposta del 10% le imprese che abbiano investito in software inclusi nel piano Industria 4.0.

Il credito di imposta è retroattivo, perché premierà gli investimenti effettuati dal 2017 in avanti, e sarà valido per il triennio 2020 – 2022, a condizione che il software sia parte di un progetto più ampio che preveda il raggiungimento di almeno uno dei seguenti obiettivi di sostenibilità ambientale:

·         Risparmi nella quantità di materia prima utilizzata, o di energia necessaria per la produzione

·         Riduzione delle emissioni inquinanti

·         Utilizzo di materie prime alternative con minore impatto ambientale

Dovrebbero rientrare nell’agevolazione le spese sostenute per l’acquisto, la progettazione, l’installazione e l’utilizzo del software, incluse le consulenze e la formazione del personale, nonché i costi per ottenere la privativa industriale sui software realizzati.

Con un meccanismo simile a quello dell’agevolazione in Ricerca e Sviluppo, la concessione del beneficio fiscale dovrebbe inoltre essere subordinata alla certificazione da parte di società specializzate nonché a quella di un revisore contabile. E’ ovviamente auspicabile che queste spese siano a propria volta agevolabile, come lo sono per la Ricerca e Sviluppo, altrimenti l’efficacia dell’agevolazione ne risulterebbe alquanto ridotta.

Sarà interessante indagare le possibili interazioni dell’agevolazione in parola con altri benefici fiscali già introdotti nell’ordinamento, quali ad esempio la già citata Ricerca e Sviluppo (con la quale si colloca in evidente continuità), la formazione finanziata o anche il neo introdotto Voucher Manager.